lunedì 5 maggio 2008

La strada verso il desiderio


Ero un bambino e mi capitava di sognare ad occhi aperti: i nonni paterni mi parlavano delle meraviglie del mondo che solo nel circo diventano realtà.

I loro occhi di persone ferite dai disagi della guerra, occhi impavidi tipici degli acrobati della vita, riluccicavano difronte ai racconti dei coraggiosi domatori di feroci belve, di belve sconosciute appartenenti a mondi lontani sinistramente note ai fieri soldati del regime in vacanza premio nel Negro Continente.

Ero un bambino e avevo appena cominciato le elementari e un giorno i nonni mi portarono a vedere uno spettacolo circense.

I miei occhi, al pari di quelli del nonno che per sua sventura aveva goduto di quella calda vacanza africana, sorridevano quando i giocolieri cominciavano a danzare e con destrezza inimitabile facevano volteggiare in aria le sfere che davano vita ad una impareggiabile magia.

Un malinconico tipo dal naso rosso e con un ingombrante e ridicolo travestimento cominciò a solcare la scena in largo e in lungo sopra un strano aggeggio munito di un sellino sorretto da un'unica ruota: fu quello il momento in cui rimasi folgorato. Indelebile nella mente si stampò quell’immagine dell’abile e goffo clown sul trespolo rotolante (così quell’aggeggio veniva definito dal nonno) mai più dimenticai quella strana (per me) invenzione infernale ad una ruota


Nel corso dell’adolescenza attratto e respinto, lobotomizzato dal nazionale passatempo sportivo italico, marchiato da una autentica quanto sincera passione per la squadra dai ridenti colori del sole e del tramonto (per altri arancio e sangue di bue) non ebbi mai l’occasione per compiere il grande salto…
Cresciuto nel culto del Principe giallorosso, solo in età compiuta ho scoperto la mtb e con essa la sensazione di libertà che raidare sentieri impervi e scoscesi, strade incolte e rocce acuminate può darti.

Quella sensazione però cominciò ad infettarsi con i mille pensieri di un mondo troppo commercialmente ardito per il mio animo, nonché per le mie finanze: quella molla non ammortizza, una molla pesa più di un serbatoio ad aria, meglio una o due piastre….quante piastrine ci sono nel sangue…et cetera…

Una notte come tante, in cui neppure la luna rifletteva la propria luce e le strade monotone come sempre erano illuminate da stanchi faretti, davanti al pc cercavo per la mia bike la forcella più performante tra tutte le forcelle performanti; all’improvviso tornò prepotente l’immagine del clown sul trespolo ad una ruota e il mouse, come posseduto da antichi ricordi, mi condusse sul sito di scatenati pazzi monociclisti canadesi che percorrevano in monociclo divertenti singletrack, identici a quelli che solitamente faccio in mtb.

Solo stupore ed incredulità nella mia testa, interrotta la ricerca della forcella (oggi sulla mia all mountain monto una marzocchi drop off del 2004) d’istinto ho acquistato quello strano trespolo con un ruotone dalle immense dimensioni.

Un nuovo modo di vedere la realtà si era impadronito di me: avevo unito il senso di libertà boschifero alla semplicità e alla abiltà tecnica, ero un uomo diverso: più “ampio”.
Da quel momento ho capito che per essere felici e soddisfatti di se stessi non bisogna mai mettere la museruola ai propri sogni