mercoledì 25 giugno 2008

Una nuova traccia



Con l’abitudine ho imparato a guardare verso il basso: la testa china su una scrivania, lo sguardo rivolto al manto stradale per evitare le asperità dell’asfalto, il volto fisso con i paraocchi a difendermi dall’entità buia che la maggioranza chiama disagio.

Con l’esperienza è arrivata la consapevolezza: nessuno può scappare dalla gabbia in cui decide di abitare.
La oscura forza aleggia e traccia i fossati che irrigano idee che crediamo nostre, nonostante siano suggerite da chi vuole metterci catene e museruole.

Penso sempre di poter scegliere ma poi arriva la contingenza che mi condiziona; la contingenza è sempre artatamente posta… tante volte mi sono chiesto : “ma da chi?” e mai ho trovato la risposta: forse è solo il mistero della forza oscura.

Oppresso dal cemento, annegavo nei profondi e lunghi canali di acqua melmosa; costretto ad osservare un mondo suggerito da burocrati ottusi e intolleranti, strutturato dagli ultrà della superficialità affinché solo loro stessi possano nuotare come anguille nel fango che generano e in cui coltivano idee accettate da occhi miopi, che a tutto si adattano facendo finta di non vedere; per tutto questo ho deciso di smettere di guardare... e comincio ad osservare.

Felice colgo la specialità dell’occhio neutro: la fotocamera diventa il mio nuovo giocattolo di crescita, di espansione e di scoperta.

Con lei potrò cogliere un territorio inesplorato distaccato e senza filtro: lei cristallizza, e ti permette di creare sul presupposto decontestualizzato.
In questo modo intendo affrancarmi dalla struttura per liberare il potere dell’immaginazione, in questo modo intendo viaggiare.

Lei è la mia prima reflex: una Olympus E - 420…
Dedico questo post a Sandrografo che mi ha mostrato il quomodo..

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